Mensa e tempo scuola: variabili pedagogiche

Il tempo necessario per una scuola giusta

La querelle sulla mensa nelle scuole della città di Benevento sta coinvolgendo, da più di un anno, tanti “portatori di interessi” economici, politici, dei tanti grilli parlanti … si può pronunciare la parola “grilli” senza che nessuno pensi… a male?

A nessuno è mai sfuggita la domanda: ma i bambini?

Il grado di apprendimento di un bambino non è una variabile indipendente dal tempo necessario a raggiungere quella competenza. Il tempo scuola è dunque una variabile decisiva della qualità dell’istruzione e del successo scolastico e, quindi, del successo di vita dello scolaro.

Sulla pratica dei tempi distesi si può costruire un progetto d’istruzione personalizzato, necessario a raggiungere un alto grado di padronanza nell’imparare a imparare.

Sono queste le logiche su cui la parte più avanzata del Paese ha costruito la progressiva estensione del tempo scuola, anche con l’idea di contrastare l’insuccesso scolastico: voti bassi, bocciature, abbandoni.

Si possono usare metodi avanzati d’insegnamento che permettono di scoprire e valorizzare i nuovi linguaggi, contaminazioni, un metodo di studio calibrato sull’individuo-scolaro solo avendo maggio tempo a disposizione e, molto spesso, nella quantità si ritrovano i valori della qualità giusta.

È evidente che il tempo scuola è una variabile sociale che muta l’organizzazione familiare, ma che, soprattutto, offre quel possibile ascensore sociale che affonda le basi negli “strumenti” messi a disposizione dalla scuola ai ragazzi nei loro primi dieci anni di vita. Non è un caso che l’attivazione di classi a tempo pieno/prolungato ha interessato di più la parte del paese a vocazione industriale e, quindi, è meno diffusa al Sud.

La situazione della provincia di Benevento in materia di tempo scuola è molto al di sopra della media meridionale: nell’anno scolastico 20013/14 è del 98% per l’infanzia, 42% per l’elementare e del 53% per la media, percentuali molto più vicine a Bologna e Milano che non a Napoli e Palermo (4÷5%).

La mensa è parte integrante di un importante momento educativo all’interno della giornata scolastica: si approcciano i problemi della varietà e della quantità di cibo.

Ma va garantita la qualità e il giusto costo, quello che include totalmente le fasce più deboli: una sagra in meno, ma non un bambino a cui è negato l’accesso pieno ai saperi per un qualsiasi problema economico della famiglia.

Oggi, con le iscrizioni già in corso per superare i dubbi di tanti genitori sulla possibilità e praticabilità di iscrivere i propri figli al tempo pieno, non c’è più tempo per l’attesa:

risorse per la scuola e qualità del cibo vanno garantiti subito.

Bisogna ripensare agli impegni della nostra città nel garantire accoglienza, tenuta sociale, e nell’assicurare una solida formazione al pensare, e, non meno importante, per garantire posti di lavoro nella scuola e nei servizi.

Posti di lavoro che la nostra disastrata provincia non si può permettere di perdere.

Ciascuna faccia la sua parte, senza se e senza ma!

Comunicato congiunto mensa e tempo scuola

 

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