Turi: il concorso in lingua straniera è una disparità di trattamento
Emendamenti nel Mille Proroghe: si cercano soluzioni alle incongruenze della Legge 107
Giusto l’emendamento per gli insegnanti della scuola dell’infanzia rimasti fuori dalle immissioni in ruolo, ma con certezze e senza condizionamenti. Si proceda con misure di equità anche per gli insegnanti abilitati con tre anni di servizio.
Il Mille Proroghe si veste di scuola: gli atti parlamentari mostrano, nero su bianco, la ricerca legislativa di soluzioni ponte per arginare situazioni di assoluta iniquità, frutto della legge 107, approvata senza un’attenta valutazione delle conseguenza pratiche. Nell’assoluto silenzio ministeriale.
E’ sicuramente apprezzabile che si cerchi di porre rimedio ad ingiustizie belle e buone: è il caso di tutti gli idonei al concorso per le scuole dell’infanzia, unici a non essere messi in ruolo con il piano di assunzioni straordinario, pur avendo una situazione giuridica ed una aspettativa totalmente simile a chi, invece, oggi e già di ruolo per effetto dell’idoneità al concorso.
Resta il fatto che mentre si mira a recuperare una situazioni di oggettiva disparità [emendamento AC 3513] dall’altro – mette in evidenza Pino Turi, segretario generale della Uil scuola – si ignora la condizione degli insegnanti abilitati inseriti nelle graduatorie di seconda fascia di istituto per i quali si profila l’unica via del concorso.
Si tratta di docenti a cui lo Stato ha riconosciuto l’abilitazione all’insegnamento e la Corte di Giustizia europea, per molti di loro che hanno già tre anni di servizio, ha riconosciuto il diritto alla stabilizzazione.
Ciò dovrebbe indurre il ministro ad una seria riflessione circa il bisogno di una fase di transizione tra il vecchio ed il nuovo sistema di reclutamento, la cui delega è in mano al Governo.
Governo che con l’indizione del concorso sta aprendo una via (attendiamo una convocazione in merito) che si presenta confusa ed incerta, una sorta di mix tra vecchio e nuovo che meriterebbe, invece, una composizione omogenea dei diversi interessi degli aspiranti stessi.
Assegnare al concorso il sistema di “reclutamento ordinario” significa anche dare uguali opportunità a tutti. Si pensi, allora, ad un provvedimento di transizione che abbia la stessa funzione di equità.
Ci sono insegnanti a cui prima si riconosce l’abilitazione all’insegnamento con alcune prove, e poi gli si chiede di partecipare ad un concorso con altre prove, diverse. Non si può pensare di impostare la selezione delle prove del concorso sulla conoscenza approfondita di una lingua straniera, livello B2 – mette in luce Pino Turi.
Per raggiungere lo stesso scopo basterebbe inserire una prova in lingua facoltativa con punteggio aggiuntivo che favorirebbe i candidati inpossesso di tali abilità, ma eviterebbe l’esclusione a priori di tanti docenti a cui non è mai stata chiesta la conoscenza delle lingua per divenire ed essere un bravo insegnante.
Questo ed altro rappresenteremo al tavolo di confronto sindacale che subisce costantemente aggiornamenti e ritardi. Ci auspichiamo che siano dovuti ad un’attenta riflessione, senza pregiudiziali posizioni ideologiche, che consenta di mettere in sintonia il mondo virtuale in cui è caduta la politica scolastica del Governo e la realtà fatta di persone che hanno diritto ad essere considerate e rappresentate.
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